Isola è una piccola frazione nel cuore della Valsaviore, nel Bresciano.

Qui si sente il gorgoglio incessante dell’acqua che scorre lungo i torrenti che l’attraversano e nulla più.

Isola è un borgo fantasma immerso nella natura. Arrivati alla curva che porta nel centro una volta abitato, ci si ritrova catapultati davanti a un paesaggio che, già alle tre del pomeriggio, ha tutte le caratteristiche di una sceneggiatura da brivido. Penombra, edifici in pietra ricoperti di muschio, alberi folti.

Da metà ottobre fino ai primi di febbraio, nel paese non batte più nemmeno il sole. Il borgo sorge alla confluenza tra il fiume Poia ed il rio Piz, ed è proprio per questo motivo che prende il nome di Isola. L’acqua è stata la sua fonte di ricchezza fino al 1973, anno in cui ha chiuso i battenti la grande centrale idroelettrica che l’Enel aveva costruito nel 1907, dando lavoro a tante famiglie e trasformando la piccola Isola in un centro economico importante per la valle.

Oggi di quell’imponente costruzione non è rimasto altro che uno scheletro verde sbiadito. Rimane lì, al centro del paese, chiuso da una catena avvolta su un cancello arrugginito. Attorno ci sono le case degli operai che un tempo lavoravano nella centrale e la chiesetta di San Francesco di Paola.