Il Castello, con la sua mole solitaria e austera, si erge ai margini dell’abitato di Pagazzano (Bg).

Bellissima costruzione e ad aumentarne il fascino ci pensa il suo fossato ancora colmo d’acqua, unico nella bergamasca; un tempo elemento difensivo contro i nemici.

Il nucleo originario della fortificazione di Pagazzano era già noto nell’Alto Medioevo, ma la costruzione del Castello, nella forma e nei particolari giunti fino a noi, è stata realizzata tra il 1450 e il 1475. Il Castello nel 1270 era di proprietà della famiglia Torriani e divenne poco dopo proprietà dei Visconti; le due famiglie se lo contesero con alterne vicende, assieme a quello di Brignano Gera d’Adda. L’ attuale aspetto del castello è dovuto ai Visconti che lo vollero simile a tanti altri castelli lombardi dell’epoca viscontea. Nella sua lunga storia fu teatro di diversi assedi tra il 1431 e il 1437 durante le guerre tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Nei periodi di pace il Castello fu molte volte scelto come luogo di soggiorno dai proprietari, che vi ospitarono personaggi illustri tra i quali Francesco Petrarca che vi soggiornò varie volte . Poi il Castello passò ai Suardi, cui subentrò Bertolino Zamboni. Nel 1465 ritornò nelle mani dei Visconti di Brignano. Il castello rimase ai Visconti di Brignano anche dopo la conquista del Ducato di Milano da parte degli Spagnoli nel 1522. Dopo essere passato nelle mani di altri proprietari, nell’anno 2000 è stato acquistato dal Comune di Pagazzano, che ne ha intrapreso le operazioni di restauro.

Oltre alla funzione difensiva, il Castello di Pagazzano conserva intatti gli ambienti caratteristici della presenza costante nei secoli di un’economia agricola legata al territorio. Nella sua parte rustica, infatti, si possono ammirare il maestoso torchio per l’uva, le abitazioni del fattore, e dei coloni, le stalle, le scuderie, i granai, i ricoveri di attrezzi e la ghiacciaia.

All suo interno è stato anche allestito il museo archeologico M.A.G.O. che ospita i preziosi reperti, romani e longobardi, scoperti nel corso della costruzione dell’Autostrada BREBEMI.